COMUNE DI CIGOGNOLA
Cigognola è citata nel diploma federiciano del 1164, con cui il territorio dell'Oltrepò settentrionale e centrale venne posto sotto la giurisdizione di Pavia.
Da questo si deduce che doveva essere una località fortificata sotto un proprio signore locale (dominus loci). Fu successivamente signoria della potente casata pavese Sannazzaro, principale esponente di parte guelfa in Oltrepò, qui rappresentata da uno dei principali rami della famiglia (i de Cigognola).
Nel 1406 furono estromessi, per gli
intrighi dei Beccaria di Pavia, che si impadronirono del feudo.
Nel 1415 però i Beccaria, coinvolti in una congiura contro Filippo Maria
Visconti, conte di Pavia e duca di Milano, ebbero confiscato il feudo, che
fu concesso allo scopritore della congiura, Giorgio Aicardi, e ai suoi
famigliari, che per il privilegio concesso dai Visconti di assumere il loro
cognome, diedero origine alla casata dei Visconti Aicardi, detti anche
Visconti Scaramuzza dal soprannome di Giorgio.
In realtà agli Aicardi toccava metà circa del feudo di Broni, comprese le
terre usurpate ai Sannazzaro, come Cigognola; tuttavia di fatto ai
discendenti rimasero, oltre al titolo nominale di conti di Broni, solo
Cigognola con le sue lontane dipendenze di Canevino e Albaredo Arnaboldi (su
cui ancora avanzavano pretese i Sannazzaro, quietati poi con un indennizzo
in denaro).
I Visconti Aicardi Scaramuzza tennero il feudo di Cigognola, fino all'estinzione nel XVIII secolo, dopodiché passò a Barbara d'Adda e al figlio di lei, Alberico XII Barbiano di Belgioioso, ultimo feudatario di Cigognola. Il feudalesimo infatti fu abolito nel 1797.
I feudatari avevano estesissimi beni a
Cigognola, comprendenti anche il castello: in epoca napoleonica furono
acquistati dai Gazzaniga e passarono per eredità agli Arnaboldi-Gazzaniga.