Pavia e dintorni – Da: Lombardia Beni Culturali

 

Vigevano – Stemma

 

COMUNE DI VIGEVANO

 

sec. XII - 1743

Vigevano era stato definito, da Matteo Visconti un “castrum” compreso entro i confini della città di Pavia, autonomo e titolare di una propria giurisdizione.

In conferma del suo carattere di terra separata, Vigevano fu posta sotto il diretto controllo dei Visconti che inviavano come giudice, sia nel civile che nel penale e come titolare dei poteri di governo un proprio vicario, la quale nomina doveva avvenire alla scadenza del vicario in carica, per iniziativa dei consoli, eletti dal consiglio generale.

I consoli, in particolare, avevano la facoltà di sollecitare il signore affinchè riconfermasse il vicario uscente (cap. 194 degli statuti del 1392).

Il decreto di Galeazzo II, non datato (ma verosimilmente inseribile nel periodo compreso tra il 1368 e il 1371), mutò tale regime vietando, sotto minaccia dell’inflizione di una pena pecuniaria, che i consoli, o altre autorità locali suggerissero il nominativo di un successore a loro gradito (cap, 294).
Secondo gli statuti, contro le sentenze e i provvedimenti ingiusti del vicario era consentito ai vigevanesi di presentare l’appello al dominus mediolani, qualora il signore avesse riconosciuto la fondatezza del ricorso, l’appellante avrebbe potuto conseguire il rimborso delle spese, (Cap. 22).

Tale regime fu modificato da un decreto di Bianca di Savoia, la quale vietò l’appello contro le sentenze criminali e uniformò la legislazione vigevanese a quelle di altre città lombarde.
Nell’età comunale, come di consueto, a Vigevano erano costituiti il consiglio generale e il consiglio di credenza che sopravvisse fino al primo periodo della dominazione viscontea.

Il consiglio generale aveva una composizione mista: 48 membri erano elettivi e 12 nominati dal podestà, che al tempo della redazione degli statuti era un vicario (cap. 92)
La serie dei decreti signorili per Vigevano, aggiunti al testo del 1392, termina con alcuni capitoli non datati, collocati sotto la rubrica “Statua ordinata in successionibus”(Chittolini 1992).

Vigevano nel 1409 viene conquistato da Facino Cane che ne resta signore fino al 1412 e che attuò una riforma del consiglio generale che permise alle grandi famiglie di estendere il loro controllo su un numero maggiore di cariche pubbliche (Chittolini 1992).

Agli inizi degli anni sessanta del Quattrocento la lotta politica tra personaggi anti sforzeschi e filo sforzeschi fu così aspra da provocare crisi anche a livello amministrativo. Valutato il fatto che fossero state compiute delle irregolarità nelle elezioni dei consigli generali del 1462 e del 1463,
nell’agosto dello stesso anno si avviò una riforma che porterà all’elezione di un nuovo consiglio nell’ottobre del 1463, che rimase in carica per quindici mesi.

Il vicario generale scrisse a Milano che aveva scelto sedici uomini dei più vecchi, dei più pratici e di miglior coscienza, ai quali aveva demandato di eleggere un nuovo consiglio. Dato che poi era norma che dodici consiglieri fossero eletti dal podestà, lo fece lui stesso.

Appena varata la riforma il consiglio generale così eletto mandò degli ambasciatori a Milano perchè chiedessero al duca che la riforma fosse revocata.
Non si conosce il testo della riforma, ma attraverso la lettura di altre fonti si possono citarne i criteri ispiratori che furono: in primo luogo si doveva ritornare agli statuti del 1392, quindi non più di tre persone per famiglia potevano essere elette nel consiglio, e, soprattutto, nessun straniero poteva farvi parte (Chittolini 1992).

Alla morte, di Facino Cane il borgo passerà per eredità a Beatrice di Tenda, che sposa in seconde nozze, Filippo Maria Visconti.

La popolazione nel 1445 è di circa 4300 abitanti.
”Veglevanum” è citato negli “Statuta Stratarum” di Pavia del 1452 inserito nella squadra di Lumelina (statuta stratarum).

Galeazzo Maria Sforza, nel 1470, riceve il castello e tutte le città del ducato, che poi, dopo una serie di disordini politici e amministrativi, passerà a Ludovico il Moro nel 1494.
Nel 1498 Vigevano è conquistata dai francesi e il re Luigi XII concede al maresciallo Giorgio Trivulzio il titolo di marchese di Vigevano.
Nel 1500 la popolazione era di circa 8000 abitanti.

Nel 1512 il marchesato di Vigevano passa al cardinal sedunense Matteo Schiner e con la restaurazione francese ritorna alla famiglia Trivulzio.
Nel 1530 Francesco II Sforza ottiene da Carlo V di aggiungere Vigevano al ducato di Milano, e crea, nel 1532 il contado detto il Vigevanasco.

Con decreto del 25 gennaio 1537 il senato di Milano riduce il consiglio generale di Vigevano a quaranta decurioni; il 3 gennaio 1543 viene mutato lo statuto di Vigevano in seguito alle controversie sorte all’interno della comunità.

Filippo III promulgava una serie di decreti che modificavano gli statuti precedenti: con quello del 12 luglio 1566 ordina che nessuno potrà accedere alla carica di console di Vigevano se non si vi aveva abitato per almeno 50 anni; con quello del 6 dicembrfe 1568 sancisce che non potevano essere eletti consiglieri della città i debitori per causa di esazione; con decreto del 6 ottobre 1606 stabiliva la segretezza del voto del consiglio (Duboin 1827-1854).

Sono del 1608 gli statuti civili e criminali della città e contado di Vigevano ottenuti grazie ad una istanza della città stessa (ASTo, Inventario n°45).
Nel 1625 il governo spagnolo pone in vendita la città e il suo territorio per 200.000 ducati.

Dopo una parentesi di potere sabaudo, il contado ripassa nelle mani degli spagnoli che tentano di rivendere Vigevano, fermati, però, dall’intervento del comune.

Il 9 ottobre 1648 la regia camera di Milano vende la città di Vigevano al marchese Cesare Visconti (ASTo, Inventario n° 45).

1743 - 1797

Con il trattato di Worms del 1743 Vigevano e il suo territorio vengono assegnati al regno di Sardegna, cioè ai Savoia, il re assume il titolo di conte di Vigevano e quello di sindaco.

Nel 1744 si trascrive la presa del possesso del Vigevanasco, del Pavese (tra Po e Ticino), dell’Oltre Po, di Bobbio e del suo territorio, del contado di Anghera fino al lago Maggiore con una relazione operata dai commissari di sua maestà la regina di Ungheria (ASTo, Inventario, n° 45).

Solo il 6 marzo 1750, con regie patenti la provincia di Vigevano viene sottoposta, amministrativamente, a tutti gli effetti, all’intendenza dell’Alto e Basso Novarese.

In seguito al nuovo censimento delle province del 15 settembre 1775 Vigevano città e Corpi Santi risultano essere provincia (editto 15 settembre 1775).

Nella ripartizione dei cantoni del 29 agosto 1789 Vigevano con Sforzesca, San Marco, Morsella e altri cascinali dispersi è nel cantone unico di Vigevano (manifesto senatorio 1789).

 

1798 - 1814

Il primo decreto napoleonico del 1800 emanato per la Lomellina sancisce che il dipartimento dell’Agogna è diviso in 17 distretti, o circondari comunali, Vigevano è capoluogo del secondo distretto (legge 11 brumale anno IX).

Con il decreto del 25 Fiorile 1801 invece, considerando che per l’attivazione delle prefetture, vice-prefetture e relativi corpi amministrativi è stata stabilita una nuova divisione dei dipartimenti e dei distretti, Vigevano è capoluogo del secondo distretto, dipartimento dell’Agogna (legge 25 Fiorile anno IX).

Nella compartimentazione territoriale del 28 aprile 1806 il comune ricade sotto il dominio napoleonico, nel dipartimento dell’Agogna, distretto di Vigevano, a capo del primo cantone, come comune di seconda classe con popolazione di 11716 abitanti (compartimentazione 1806).

Nel 1815 Vigevano aveva 11800 abitanti (Bergamo 1995).

 

1815 - 1859

Con la compartimentazione del 7 ottobre 1814 Vigevano è capo di mandamento e provincia (regio editto 1814, ASCVo).
Nella compartimentazione del 27 ottobre 1815 Vigevano è capo di mandamento e provincia con un unico cantone (regio editto 1815, ASCVo).
Per mezzo del regio editto del 10 novembre 1818 “portante una nuova circoscrizione generale delle provincie de’ regi stati di terra-ferma”, Vigevano è capo di mandamento, nella provincia di Lomellina (regio editto 1818, ASC Casei Gerola).
Tale decreto ridusse il numero dei comuni da 125, quanti erano nel secolo XVIII, a 71 e abolì le province di Mortara e di Vigevano riecreando la provincia di Lomellina, suddivisa, a sua volta, in 14 mandamenti.
Sono presenti nel comune gli uffici: dell’Amministrazione Civica, quello del Catasto, quello della Provveditura, quello della Congregazione Generale Provinciale di Carità per la Città e l’Antico Contado ( presieduta dal Vescovo), l’Esattoria dei Regi Tributi, un ufficio delle Regie Gabelle Accensate e uno del Dazio di Consumo. Viene inoltre citato Marcello Saporiti come Sindaco della città nel 1832 (Casalis).
Nella compartimentazione del 1859, 23 ottobre, Vigevano a capo del primo mandamento, appartenente al circondario terzo di Lomellina, ha una popolazione di 2164 abitanti (decreto 1859).

 

1859 - 1971

In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Vigevano con 17.637 abitanti, retto da un consiglio di venti membri e da una giunta di quattro membri, fu incluso nel mandamento I di Vigevano, circondario III di Lomellina, provincia di Pavia.

Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 17.328 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio.

Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia (Circoscrizione amministrativa 1867). Popolazione residente nel comune: abitanti 18.436 (Censimento 1871); abitanti 20.416 (Censimento 1881); abitanti 23.560 (Censimento 1901); abitanti 27.746 (Censimento 1911); abitanti 30.029 (Censimento 1921).

Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Mortara (Lomellina) della provincia di Pavia. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà e da una consulta. Popolazione residente nel comune: abitanti 32.978 (Censimento 1931); abitanti 38.039 (Censimento 1936).

In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di Vigevano veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 43.805 (Censimento 1951), abitanti 57.069 (Censimento 1961); abitanti 67.909 (Censimento 1971).
Nel 1971 il comune di Vigevano aveva una superficie di ettari 8.238.