COMUNE DI SOMMO
sec. XIV -
1707
Il toponimo appare citato nel diploma di Lotario e Ludovico II del 849 nel quale vengono donate al vescovo di Pavia fra le altre località anche Sommo e Sairano (Bergamo 1995).
Nel sec. XI Sommo entra a far parte del comitato di Lomello di spettanza dei
conti palatini.
La località è citata nell’elenco delle terre del contado di Pavia del 1250 come
Summe nella contea Lumellina (Soriga 1913).
Negli Statuta Stratarum di Pavia del 1452 si legge nella Squadra di Lumelina, “Somum”(statuta stratarum).
In una relazione di una visita pastorale del 1460 risultano esserci 40 famiglie
(Bergamo 1995).
Sommo non ha un podestà nel XIV secolo, così fino al 1449 (Zanaboni 1991).
In un documento che porta la data del 26 agosto 1469, il comune e gli uomini di Sommo costituiscono procuratori il causidico Gaspare Tacconi, Perino Rossi, Cristoforo Cozzi, Rolando Brancardi e Gio. Pietro Peracchi (questi ultimi abitanti di Sommo), in solido, perché compaiano dinnanzi al referendario di Pavia, il signor Giacomo di Eustachio e a qualunque altro funzionario si rendesse necessario in merito al riparto e alla distribuzione degli oneri fiscali di imbottato per il luogo e comune di Sommo (tassa del sale, dei cavalli, del carreggio del porto di Bastida Pancarana ecc.).
I nomi dei 26 uomini che compaiono in rappresentanza del comune, corrispondenti a più di due terzi aventi diritto sono: Stefano Mamoli, anche a nome del fratello Bartolomeo, Rolando Brancardi, Gio. Pietro Gatti anche a nome dei propri fratelli, Perino Rossi, Bernardolo di Lossano, Pietro Milanesi, Cristoforo Cozzi anche a nome dei fratelli, Giovanni Gazzaniga, Biagio Ferrari, Filippo Gatti anche a nome del fratello, Giacomo Brancardi di Beltramino, che agisce come capo famiglia a nome del vecchio padre, Ubertino di Magenta, Guglielmo di Magenta, Antonio Fulgosi, Giovannino Gazzaniga, Giovanni Brambilla, Antonio di Lossano, Damiano di Mozzate anche a nome del fratello, Agostino di Bonadeo, Cristoforo Scotti, Giovannino Maganzi, Pietro di Bomano, Firmo Barbieri, Dionisio Vecchi, Guniforto Mamoli e Agostino Rossi (Zanaboni 1991).
In un documento del 21 settembre 1474 il nobile Antonio Careni, podestà della terra di Sairano, di Sommo e pertinenze, costituisce i propri luogotenenti Gio. Martino di Gandino e Bernardo di Abramelo (sic.?) in solido, perché possano esercire l’ufficio della podesteria in sua assenza (Zanaboni 1991).
Nel 1487 il podestà della Squadra di Sommo è Francesco Rampi (Zanaboni 1991).
Da un documento che porta la data del 5 settembre 1505 risulta console Pedrolo
di Negrone (Zanaboni 1991).
Nel 1583 vi era infeudato il conte Gerolamo Cornazzano mentre, nel 1600, i
diritti passarono alla Mensa Vesovile di Pavia (Bergamo 1995).
Il comune è incluso nell’elenco delle terre del stato di Milano, censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone (Opizzone 1644).
1707 - 1797
Nella relazione del 1 novembre 1707 dell’intendente generale Fontana, incaricato di censire i comuni della Lomellina dal duca di Savoia Sommo conta 506 anime, il feudatario è Giovanni Battista Ghisleri, abitante in Milano.
Il territorio è visibilmente danneggiato dal fiume Po, perchè il nuovo canale aperto che gli passa proprio nel centro, causa corrosione e insabbiamenti (ASTo, Paesi di nuovo acquisto).
ll comune, nella compartimentazione territoriale sabauda del 1723, fa parte
della provincia Lomellina e dipende dalla prefettura di Mortara (regolamento
delle provincie 1723).
Nello stabilimento delle province del 3 settembre 1749 viene confermata
l’appartenenza di Sommo alla provincia Lomellina (stabilimento delle provincie
1749).
Dal manifesto senatorio del 17 agosto 1750 si evince che il comune è incluso nel secondo cantone della Lomellina (manifesto senatorio 1750).
In seguito al nuovo censimento delle provincie del 15 settembre 1775 Sommo è confermato, ancora, alla Lumellina (editto 15 settembre 1775).
1798 - 1814
Il primo decreto napoleonico del 1800 emanato per la Lomellina sancisce che il dipartimento dell’Agogna è diviso in 17 distretti, o circondari comunali, Garlasco è capoluogo del sesto distretto e Sommo ne fa parte (legge 11 brumale anno IX).
Con il decreto del 25 Fiorile 1801 invece, considerando che per l’attivazione delle prefetture, vice-prefetture e relativi corpi amministrativi è stata stabilita una nuova divisione dei dipartimenti e dei distretti, Sommo è incluso nel secondo distretto di Vigevano, dipartimento dell’Agogna (legge 25 Fiorile anno IX).
Nella compartimentazione territoriale del 28 aprile 1806 Sommo ricade sotto il dominio napoleonico, nel dipartimento dell’Agogna, distretto di Vigevano, cantone secondo di Garlasco, come comune di terza classe con popolazione di 946 abitanti (compartimentazione 1806).
1815 - 1859
Con la compartimentazione del 7 ottobre 1814 Sommo insieme a Sairano e San Nazzaro del Bosco, è incluso nel mandamento di Carbonara, nella provincia di Vigevano (regio editto 1814, ASCVo).
Nella compartimentazione del 27 ottobre 1815 Sommo insieme a Bombardone e Sannazzaro del Bosco, è incluso nel mandamento di Cava, nella provincia di Vigevano (regio editto 1815, ASCVo).
Per mezzo del regio editto del 10 novembre 1818 “portante una nuova circoscrizione generale delle provincie de’ regi stati di terra-ferma”, Sommo viene inserito nel mandamento di Cava, nella provincia di Lomellina (regio editto 1818, ASC Casei Gerola).
Sommo appartiene alla diocesi di Vigevano, divisione di Novara. Dipendente dal Magistrato di Appello di Casale, i suoi uffici di Intendenza e di Tribunale di Prima Cognizione sono quelli di Mortara, quello di Insinuazione è a Garlasco, mentre l’ufficio di Posta è a Cava.
Conta una popolazione di 1033 abitanti. (Casalis)
Nella compartimentazione territoriale del 1859, 23 ottobre Sommo, appartenente
al circondario primo di Pavia, mandamento quinto di Cava, ha una popolazione di
1511 abitanti (decreto 1859).
1859 - 1971
In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Sommo con 1.541 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento V di Cava, circondario I di Pavia, provincia di Pavia.
Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 1.592 abitanti (Censimento 1861).
In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio.
Nel 1865 al comune di Sommo venne aggregata la frazione di Cascinale Volpara, staccata dal comune di Bastida Pancarana (R.D. 30 Dicembre 1865, n.2740).
Ne 1867 il comune risultava incluso nel mandamento di Cava Manara, circondario di Pavia e provincia di Pavia (Circoscrizione amministrativa 1867).
Popolazione residente nel comune: abitanti 1.732 (Censimento 1871); abitanti 1.870 (Censimento 1881); abitanti 1.894 (Censimento 1901); abitanti 1.821 (Censimento 1911); abitanti 1.757 (Censimento 1921).
Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Pavia della provincia di Pavia. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Popolazione residente nel comune: abitanti 1.635 (Censimento 1931); abitanti 1.553 (Censimento 1936).
In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di Sommo veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 1.520 (Censimento 1951); abitanti 1.258 (Censimento 1961); abitanti 964 (Censimento 1971).
Nel 1971 il comune di Sommo aveva una superficie di ettari 1.425.